giovedì 29 agosto 2013

ESCLUSIVA: Perché il Papa chiama al telefono le persone comuni

Questo è uno scoop, continuate solo se ve la sentite. La storia è semplice, ma sicuramente vera e sorprendente. Avrete sentito della mania del papa per le telefonate alla gente comune. Avete pensato - come me, in un primo momento - che fosse uno stalker seriale? Ebbene, non è così. Il papa è vittima di un vincolo contrattuale con Wind, come la maggior parte degli anziani residenti in Italia o in Vaticano.
Il papa prima che diventasse papa: pensa, prendeva la metro!
L'attuale presidente del Vaticano, qualche mese fa, è partito dall'Argentina per partecipare al Conclave che l'avrebbe poi eletto. Atterrato a Fiumicino, è entrato nel centro Wind per attivare una scheda ricaricabile con 10 euri di traffico, per sopravvivere nei pochi giorni in cui pensava sarebbe rimasto a zonzo per Roma. La commessa, però, è una brava venditrice: facendo due moine all'anziano argentino, l'ha convinto ad acquistare un piano con un costo al minuto molto più basso: fonti bene informate riferiscono di un colloquio andato più o meno così:
Bergoglio era in fila al centro Wind dietro Flavio Briatore
- Signor prete, ma lei con una ricaricabile spenderà un sacco. L'abbonamento conviene in modo assoluto, Wind le rimborsa anche la tassa di concessione governativa pari a Euri cinquevirgolasedici al mese.
- Sì, ma io devo rimanere qui poco... è solo per una settimana o due. Non ha senso un abbonamento.
- Faccia lei, eh; ma mi sembra di fregarla, a venderle un piano che costa 12 cent al minuto. A soli trentadue euri al mese, lei ha 800 minuti VERSO TUTTI, e altrettanti essemmesse.
- Non mando sms, non vado su Internet.
- Eh, consideriamo solo - poi, faccia lei, peccarità! - la conversazione: 800 minuti per 32 euri, sono 4 cent al minuto. Un terzo che con la ricaricabile! Mi prende la metro e poi spreca i soldi in telefono? Cosa diranno la gente?
- Uhm...
- Poi, guardi: ce l'ha un cellulare?
- Sì, certo. Ho questo vecchio Nokia Baracca. Va benissimo e la batteria tiene un casino.
- Ci mancherebbe! Sono i migliori. Ma le vorrei regalare un telefono nuovo... gratis, eh. Nota spese pari a zero.
- Ah, beh, se è regalato... va bene, lo prendo. Le fa le foto?
Un centro Wind (immagine di repertorio)
La stronza non aveva avvertito il futuro pontefice che questi abbonamenti hanno un vincolo contrattuale di 24 mesi. Quindi, anche ora che non ha più problemi di soldi, continua a pagare i 32 euri; questo è anche l'unico motivo per cui è costretto a tenere attivo il suo conto corrente argentino: hai presente com'è chiedere a Wind di cambiare la domiciliazione!?

Quando la sera si sente solo, dunque, il papa fa partire la telefonata. Prende le pagine bianche - ha la versione cartacea con zona di riferimento "mondo" - e chiama a caso. E, ci permettiamo di dire, fa bene: anche io uso fino all'ultimo minuto che ho a disposizione, perché non si regala nulla alle compagnie telefoniche. Il papa è davvero uno di noi!

martedì 27 agosto 2013

Vi odio come odia un bambino

La notizia di riferimento è questa. I salvagenti per Berlusconi arrivano dalle fila del centrosinistra. Fine della notizia, inizio del pippone.

I sentimenti dei bambini sono puri. Non sono uno psicologo o un pedagogo, ma credo sia dovuto al fatto che non conoscono le conseguenze. Quando un bambino ama, o odia, lo fa in modo totale, perché poi si addormenta, dorme il sonno dei giusti, e il domani non porta conseguenze.

Quando leggo certe notizie mi viene da odiare allo stesso modo. Disprezzare in senso fisico. Il pregiudicato Silvio Berlusconi può essere a buon titolo chiamato "delinquente", perché ha alle spalle una condanna passata in giudicato per evasione fiscale. Un furto, e un reato infamante per uno statista. Non si tratta solo di sputare nel piatto in cui si mangia, ma di rubarci dentro.
Tutto risolto, comunque: il senatore Berlusconi decade da senatore, poi non si può ricandidare per un certo arco di tempo. Il tutto è regolato da norme chiarissime: la legge Severino dice che

Non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore (...) coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione, per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni
Quindi: Berlusconi ha ricevuto una pena pari proprio a quattro anni, non può essere senatore e non può ricandidarsi né alla Camera, né al Senato. La Giunta per le elezioni e poi il Senato hanno l'ultima parola: devono verificare che la sentenza non sia dovuta a qualche pregiudizio o persecuzione di tipo politico.

Escludendo, per amor di intelligenza, che sia questo il caso, le tappe sono praticamente automatiche: Berlusconi decade da senatore e non può ricandidarsi. Fine.
Ci si aspettano strategie diaboliche da parte del reo, o delle Santanché; non da parte dei Violante e di altri colleghi del Partito Democratico. Ma gli stronzi non resistono, e vogliono dimostrare ancora una volta che sono stronzi. In ordine sparso, fanno quindi presente che l'evasore potrebbe ricorrere alla corte di Strasburgo - la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, bum! -, alla corte di Giustizia dell'Unione Europea; il delinquente potrebbe ricevere la grazia dal Presidente della Repubblica; occhio, sono tutte proposte arrivate dal centrosinistra! E poi c'è la perla, il gol alla Maradona: la Legge Severino potrebbe essere dichiarata incostituzionale. Questa proposta è la più divertente, perché sembra uscita dal classico programma di Forza PDL: una vicenda squisitamente personale - la condanna nei confronti di un uomo che ha rubato soldi pubblici - verrebbe risolta provando ad annullare una legge che riguarda tutti i cittadini, e che ha già causato la decadenza di decine di consiglieri regionali, provinciali e comunali. Legge, tra l'altro, votata da quasi tutti i partiti pochissimi mesi fa. Che cosa c'è di diverso dalla proposta di amnistia generale fatta dal berlusconiano di ferro Mario Mauro?
Carissimi - lo dico nel senso più cerimonioso e bugiardo possibile - avete affossato Bersani che non voleva Berlusconi; l'avete accusato di qualsiasi cosa; ora vi svegliate e vi rendete conto che Berlusconi non è affidabile, chi l'avrebbe detto? E mandate avanti gli stronzi a tentare di salvargli la ghirba, per salvare la ghirba a voi. Mi fate schifo, come si fa schifo a un bambino.

domenica 11 agosto 2013

Beppe Grillo. Né di destra, né di sinistra, ma soprattutto mai mai di sinistra

Il post di Beppe Grillo sui Kabobo d'Italia è interessantissimo, perché è la summa del suo modo di propagandare le idee.

Il non capo non politico del non partito a non cinque non stelle riporta tre episodi di violenza incredibile e insensata: a Milano, un cittadino portoghese originario dell'Angola, stacca a un passante un orecchio a morsi; dopo un mese è già libero. Sempre a Milano un cittadino ghanese, già noto alle forze dell'ordine, uccide a picconate tre passanti. A Castagneto Carducci, infine, uno spacciatore ghanese uccide una giovanissima ragazza durante un tentativo di stupro. La domanda, che stuzzica gli istinti, è ben posta: "Quanti sono i Kabobo d'Italia? Centinaia? Migliaia? Dove vivono? Non lo sa nessuno".
Un tipico esempio di "non sono razzista ma come l'è negro"
Chi è il responsabile, chiede Grillo? «Non la Polizia che più che arrestarli a rischio della vita non può fare. Non la magistratura che è soggetta alle leggi. Non il Parlamento, che ha fatto della sicurezza un voto di scambio elettorale tra destra e sinistra e ha creato le premesse per la nascita del razzismo in Italia». Voila, riecco lo schema: si parte da premesse tutte da verificare - il fatto che gli episodi di violenza siano commessi solo da stranieri -, si attribuisce la colpa al Parlamento, reo di non legiferare in modo corretto. E via con l'odio, da una parte verso gli stranieri, dall'altra verso la politica dove sono tutti uguali ed è tutto un magna magna e signò non so dove andremo a finire. Un classico.
Il razzismo, con i casi citati, c'entra zero: Grillo dimentica i molti altri casi in cui ad agire è un italiano: Salerno è in preda alla cosiddetta "movida violenta". Quante movide ci sono in Italia? A Urbino, un 81enne locale ha aggredito il suo medico a colpi di machete. Quanti 81enni ci sono in Italia?
Un tipico esempio di anziano

Grillo usa - come sempre - la tecnica "Né di destra, né di sinistra, ma mai mai mai di sinistra". Se ti credi né di destra né di sinistra, ho letto recentemente, sei di destra. Per esempio, solletichi i razzisti.


Oltretutto, non serve certo un genio a dire che un certo tipo di immigrazione, che la sicurezza in alcune zone d'Italia siano un problema. Ma quindi? Qual è la soluzione? Non c'è, il post di Grillo non ne parla. Anche ammettendo che il problema esista, si limita a denunciarlo, come suo solito. Ingenera paura per ricavarne consenso. E il binomio "Paura+Signora mia dove andremo a finire" genera  sempre e solo George W. Bush. Eccolo, per chi se ne fosse dimenticato.

Un tipico esempio di "paura+signora mia dove andremo a finire"

mercoledì 7 agosto 2013

A favore della libertà di bestemmia

Così, giusto perché si dice che una legge contro l'omofobia limiterebbe la libertà di espressione.

Avventore A: Non puoi impedirmi di dire ciò che voglio, non siamo mica a Berlino Est.
Avventore B: Che cazzo vuoi, ricchione di merda, mi fai schifo perché sei frocio, porco Amico Immaginario X.
(arriva il vigile)

Vigile: Signor Avventore B, Lei è in contravvenzione.
Avventore B: Ma la legge contro l'omofobia non è stata approvata!
Vigile: Che c'entra, quello non è un problema; il signor Avventore A è un ricchione e basta. E però Lei ha insultato l'amico immaginario del signor presidente del Vaticano! Sono 309 euri.
In Italia, bestemmiare è stato reato fino al 1999, dopodiché la bestemmia è stata depenalizzata. La legge 205/1999, in vigore, dice che

Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità (in
maiuscolo, ndr), è punito con la sanzione amministrativa da euro 51 a euro 309.

Fino all'alba del 2000, la bestemmia era addirittura un reato, istituito da una legge fascista del 1930. 
Oggi ce la caviamo con una multa. Lo sanno, questo, i difensori della libertà di opinione? Forse ero distratto, ma su questo non ho sentito gli strali di Radio Vaticana, Avvenire, Brunetta, dei vari fascisti che - diceva Ennio Flaiano - «sono una trascurabile maggioranza» in Italia. Comunque, sono sempre in tempo a rimediare: io attendo, ma sempre meno volentieri. Fino a quando - è la seconda parte della frase di Flaiano - «un giorno il fascismo sarà curato con la psicoanalisi».

lunedì 22 luglio 2013

Le dieci notizie meno interessanti della settimana

Grazie. Grazie davvero agli amici giornalisti, ai politici, a tutti per aver reso la scrittura di questo post così facile. In pratica, negli ultimi sette giorni si sono spesi fiumi di inchiostro per dire che non è successo nulla. Quasi un record, con tutto che siamo a luglio inoltrato. Questa è la mia personale classifica dei fatti meno interessanti avvenuti da domenica 14 luglio a oggi.

10. Imprenditori e professionisti hanno trasferito la loro residenza a Montecarlo al solo fine di eludere il fisco italiano. Evasione per 17 milioni di euro. Una vera novità: fingere di trasferirsi a Monaco per non pagare le tasse.
9. Papa Francesco va a Rio de Janeiro a dire ai poveri che poi andranno in paradiso: è il primo viaggio all'estero, dicono i giornali. Ma non era stato a Lampedusa e in molti altri posti sul suolo italiano?
8. Calderoli pensa che la Kyenge assomigli a un orango. Già visto. Qui ri-vediamo il già ministro, ora vicepresidente del Senato, in un tipico atteggiamento risoluto da grande statista.
7. La Kyenge dice che così non offende lei, ma gli italiani. Già visto.

6. Il caso Ablyazov. Alfano sapeva? Non sapeva? È più credibile che sapesse, o che non sapesse? Il fatto che, in campo diplomatico, l'Italia conti come il due di picche da decenni sarebbe ben più interessante, infatti nessuno ne ha fatto menzione.
5. Scontri in Val di Susa. Facinorosi, Stato fascista, "Nessuno di loro era valligiano". Sembra di essere nel 2005, ma non sta per uscire La sposa cadavere. Dobbiamo essere in un altro anno.

4. Con tutto il rispetto, il motociclismo è uno sport pericoloso. Ma non l'abbiamo scoperto ieri.

3. Kate è incinta. Sembra che sia una femmina, ma si mantiene il più grande riserbo.
2. Belgio, Filippo sale al trono. Paola - ce lo dice Il Giornale, dando per scontato che abbiamo idea di chi lei sia - si commuove. Sappiano che due lacrime le caccerò anche io, il giorno che mio figlio salirà al trono di Fantasilandia.
1. Quest'articolo esce volutamente prima di sapere se il Royal Baby sarà maschio o femmina, cancro o leone. Mi interessa ancora meno delle lacrime versate da Paola, chiunque lei sia.

mercoledì 10 luglio 2013

La diatriba tra L'Apparato e Marxisti per Tabacci: una proposta di mozione unitaria, nell'interesse del popolo e della rivoluzione

Seguiamo da giorni con crescente preoccupazione la diatriba tra L'Apparato e i Marxisti per Tabacci. Apparato e Marxisti sono parti integranti e complementari della rivoluzione, e la loro divisione rischia di minare dalle fondamenta il rinato sogno della realizzazione del socialismo. Il nostro obbiettivo è favorire condizioni che riportino a una piena unità socialista due forze così potenti ed entrambe utili alla causa del Popolo.
 
Le origini della diatriba
Come giustamente ha ricordato l'allora Segretario Generale del Partito Comunista Sovietico, Jurij Andropov, in un mondo socialista la guerra non trova spazio: le priorità sono invece «far crescere il frumento, costruire e inventare, scrivere libri e volare nello spazio. Noi vogliamo la pace per noi stessi e per tutti i popoli del pianeta». Nessuno può mettere in discussione questo semplice concetto. L'oggetto del contendere, semmai, è quale sia la via più adatta per raggiungere un mondo che si avvicini e magari superi il Paradiso Sovietico. L'obbiettivo di tutti è raggiungere la democrazia e il socialismo. Non possiamo quindi che sottolineare la buona fede sia dell'Apparato, sia dei Marxisti per Tabacci.

Non c'è bisogno di riepilogo, perché tutto il popolo ha seguito con attenzione e apprensione lo sviluppo del dibattito. Riassumiamo quindi solo per eventuali lettori esterni al mondo comunista. Per quanto è dato sapere, il primo passo è stato mosso dall'Apparato, che tutti dobbiamo ringraziare per la sicura guida che offre alla causa del comunismo.
A voler riprendere correttamente la dottrina, non si può non pensare che l'Apparato non abbia torto. L'obbiettivo che ci unisce è la realizzazione dell'uguaglianza tra gli individui, e una eccessiva personalizzazione della lotta politica non può che deviare l'attenzione dalla vera posta in gioco, che è il rovesciamento del nemico capitalista.

Vediamo la risposta dei tabacciani:
Se si guarda la storia dei movimenti più sinceramente socialisti, come quello sovietico stalinista e quello cinese maoista, non si può negare una buona parte di ragione anche a questa posizione. Il culto della persona è passaggio fondamentale - e forse, davvero, punto di arrivo - di ogni movimento politico compiutamente socialista. Il popolo vede nel leader un esempio, un motivo di fede incrollabile nell'avvenuta realizzazione del socialismo e dell'uguaglianza.

Gli sviluppi
Più avanti gli animi si sono esacerbati, e noi dobbiamo per forza notare che questo mette in evidenza la buona fede delle posizioni: avete forse mai visto un capitalista infervorarsi in difesa del popolo? Il capitalismo è recitazione e malafede, il socialismo è lotta sincera: per questo si possono concepire singoli momenti di dialettica, pur dura.

Ecco la presa di posizione, sicuramente netta, dell'Apparato. È datata martedì 9 luglio 2013.
L'articolazione e la complessità sono da sempre sintomo di buona fede: i pensatori socialisti sono infaticabili e puri, sono quindi portati a sviscerare nel profondo ogni presa di posizione. Siamo ben lontani dalle brevi frasi a effetto a cui ci ha abituato il nemico capitalista, il quale ha l'unico fine di farci spendere vile denaro per mantenerci in continua condizione di povertà, in continuo bisogno del prossimo salario. Anche la risposta tabacciana non è da meno.
Di qui bisogna, in qualche modo, ripartire per ricostruire una vera unità d'intenti.

Come ricomporre, nell'interesse di tutti
Ci sembra di poter dire che bisogna partire dalle prime due prese di posizione. Le riportiamo, per comodità di esegesi e di analisi.
Hanno entrambe dei punti di forza e degli aspetti innegabili di rallentamento della rivoluzione. È vero che gli individui sono mezzi e non fini della rivoluzione; ma è altresì vero che gli stessi Mao e Stalin si sono sempre concepiti, correttamente, come guide del popolo; e cosa c'è di più utile di una guida capace, carismatica, intelligente e concreta?

Ciò che non è accettabile è la critica in pubblico, che davvero si discosta dallo stile che da sempre caratterizza i movimenti socialisti più compiuti. Nessuno ha mai sentito di divergenze tra i dirigenti dell'Unione Sovietica. È anzi noto che in URSS non sono mai esistiti dirigenti dissidenti, da Trockij in poi.
 
Proponiamo quindi questa mozione, che speriamo diventi unitaria e unificatrice, e che chiuda questa pagina che non può che danneggiare il popolo.
 
Il testo della mozione
Il movimento socialista Vuoi quei kiwi propone quanto segue, sperando che sia accolto e fatto proprio dall'Apparato e dai Marxisti per Tabacci.

- La base di ogni movimento sinceramente socialista o comunista è il popolo.
- L'Apparato si erge, con spirito di sacrificio e abnegazione, a guida sicura, silenziosa e discreta della rivoluzione.
- Il compagno BR1 Tabacci è scelto come capo indiscusso del popolo. La sua condotta sarà da esempio per tutti. Una sobria versione fotografica del suo Magnifico Volto sarà installata in tutti gli uffici e palazzi pubblici. Sulla Piazza Rossa andrà benissimo una fotografia di dimensione 12x8 metri.
- A tutti i membri dell'Apparato, ai tabacciani, al compagno BR1, ai mezzi di informazione e al popolo è chiesto di aderire a questo documento. Chi non dovesse aderire, non è mai esistito. Chi non dovesse fare cosa?

martedì 9 luglio 2013

Il Papa a Lampedusa: dedicato a tutti i Vespa d'Italia

Due riflessioni al volo sulla visita del Presidente del Vaticano a Lampedusa, anzi tre.

In meno di una settimana ha dato un calcio nel culo poderoso a tutta la politica italiana, e fondamentalmente a tutta la società occidentale.

Facciamo un po' tenerezza e un po' rabbia a pensare che "noi l'abbiamo sempre pensato". In generale, non è vero. Ora ci svegliamo, pronti a riaddormentarci. Ciao Brunone.

Bergoglio è davvero un politico capace e carismatico, un vero problema per noi anticlericali: temo di essere rimasto l'unico.