domenica 24 febbraio 2013

Il voto di protesta

Finalmente si vota. Tra poche ore riprenderemo a mandarci affanculo come se non ci fosse un domani; ma oggi si sceglie in silenzio, e bisognerebbe rendersi conto che un domani ci sarà, che piaccia o no: occhio al voto che esprime semplice protesta e null'altro.

Evidentemente, ognuno faccia un po' quel che vuole, vorrò sempre bene a tutti tranne a chi è in malafede. Tuttavia, una riflessione mi pare d'obbligo: la Storia - almeno in Italia, è sempre stata cambiata in meglio dalle proteste estese; è sempre stata cambiata in peggio dal voto che esprimeva protesta affidando a un uomo - presunto leader della protesta - la soluzione delle questioni aperte.



I principali moti di rivoluzione del Novecento italiano sono avvenuti nel 1922, intorno al 1968 e nel 1993-1994. Fate un po' voi il bilancio, e sia fatto pure "a spanne": in quali di queste rivoluzioni è possibile individuare un capopopolo in modo chiaro, e in quali no? Quali sono le differenze tra i tre eventi? Dove è possibile individuare un eroe, dove no? Quali possono essere considerate positive nel loro complesso, pur con tutte le contraddizioni, e quali sono state senz'altro negative?

E ora... televotate, televotate, televotate!

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