mercoledì 20 marzo 2013

I non-cattolici che amano il nuovo papa

Gli italiani hanno una vecchia predilezione per gli oppressori: si pensi all'antico detto «Franza o Spagna, purché se magna», oppure all'amore di sempre per l'uomo forte. In un vecchio sketch purtroppo introvabile, Maurizio Crozza-Arrigo Sacchi sosteneva che l'italiano accoglie l'invasore non con le armi, ma con il fazzoletto al braccio.
Lo schema trova la sua manifestazione più duratura con la Chiesa Cattolica. Un'organizzazione parallela allo Stato, tendenzialmente eversiva, che di fatto entra in ogni scelta di governo - che sia di carattere etico, sociale, economico poco importa. Una situazione chiarita, in modo immediato e semplice, dall'immagine che gira su Facebook in questi giorni, a proposito della cosiddetta Piccolasofia:


La Chiesa comanda, l'italiano risponde. Non mi scandalizza tanto che lo faccia il cattolico; segue una religione che ha il suo apice democratico nel concetto di tolleranza: io sono giusto, tu sei sbagliato, ma sono così bravo che ti sopporto. "Com'è umano, lei!" Il papa di turno individua nel mondo il Bene e il Male, e impone la propria idea di Bene a tutti, anche a chi non la condivide. In questo non è diverso da un qualsiasi tipo di governo di destra, per come l'hanno definito i Wu Ming. Per i cattolici il papa ha ragione a prescindere da tutto, il papa decide cos'è male, quindi non è strano che gli elettori cattolici impongano le proprie scelte all'intera popolazione.

Quello che non capisco è come tanti non cattolici, laici e laicisti, apprezzino una figura come quella di papa Francesco, il papa che saluta i labrador. Le cause sono diverse: il nuovo papa è sicuramente simpatico e carismatico, parla di povertà, utilizza uno stile comunicativo radicalmente diverso da quelli dei due predecessori; è arrivato al momento più giusto, cioè quando tutti gli opinion-maker tendono ad attribuirsi un modo di fare nuovo, più semplice e vicino "alla gente", formula che vale più o meno come Abracadabra; collegato a questo, il fatto che venga da lontano, non sia considerato vicino agli ambienti della Curia Romana - che a sua volta è vista come lontana dalla gente. Quindi, tutti fanno a gara a mostrarglisi vicini. Mi è capitato di scrivere sui social network che Bergoglio usa semplicemente più vaselina dei predecessori, Nadia Conticelli del Partito Democratico mi ha risposto che «a guardarlo sempre col mal di stomaco [il mondo] diventa un vicolo cieco». Si esprime un'opinione, ci si sente rispondere come a un Grillo qualsiasi. L'opzione che ci possa essere qualcosa di sostanziale da criticare non esiste, dal momento che in giro c'è un gruppo di persone che spara in modo indiscriminato, chi critica lo fa in modo preconcetto.

In realtà, se andiamo a vedere chi è il nuovo papa, ci rendiamo conto facilmente del fatto che è un religioso fortemente interventista negli affari degli Stati esteri, conservatore, per lo meno ambiguo sul ruolo delle donne, contrario a qualsiasi diritto agli omosessuali. Ma non lo si può criticare perché altrimenti si è additati come disfattisti, senza ovviamente che si entri mai nel merito. E io aspetto da giorni che qualcuno confuti quel che penso: non è ancora successo. Francesco, picchia duro, ma intanto sorridi: noi italiani sapremo renderti il giusto tributo. Siamo affetti da sempre da Sindrome di Stoccolma.

PS Prevengo l'obiezione: "Non puoi vedere tutto nero, questo papa è sicuramente più aperto di quello prima". Poniamo che sia vero, il che è tutto da dimostrare; ma se anche fosse, considerarlo "buono" solo perché "potrebbe anche essere peggio" è come sostenere che i rapitori di Farouk Kassam lo trattarono bene perché gli tagliarono solo un orecchio e non il pisello.

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