domenica 7 aprile 2013

Grillo e il Palazzo trasparente

Il Parlamento sta diventando più accessibile ai cittadini, come promesso da Beppe Grillo. Questo genera risultati a volte comici, come la riunione in cui una goffa Lombardi dice che «la società civile siamo noi»; ma non importa. Quello che interessa, o dovrebbe interessare, almeno agli elettori del Movimento 5 Stelle, è che dentro il Palazzo di vetro, nel cuore pulsante del Potere, nel pieno della stanza dei bottoni c'è una stanzetta chiusa, opaca e lucchettata. Non pretendo di convincere nessun grillino con questo argomento, è come pretendere di far cambiare idea a un berlusconiano parlando di conflitto di interesse: lo sanno, non lo vogliono vedere. Hanno già la risposta telecomandata «E allora chi voti? Eh? Eh?».
Guadagnare soldi, ovviamente, è più che legittimo; lo è molto meno sparare ad alzo zero sul conflitto di interesse e averne uno gigantesco in casa. Per esempio, l'associazione che Grillo ha costituito all'insaputa di tutti nel dicembre 2012 è un'associazione "non riconosciuta"; quindi «Non è soggetta al vincolo della trasparenza di bilancio, nemmeno in forma semplificata (...) L'M5S non prevede organi di controllo interni; viene tutto lasciato alla discrezione di una sola persona. E così anche nella gestione dei fondi».
Poi c'è tutta la questione della pubblicità sul blog: chi la raccoglie, come, con quali scopi? Se anche fosse tutto destinato al Movimento 5 Stelle, perché non renderlo pubblico? Perché gli altri devono andare tutti a casa «dopo aver restituito tutto» e del Movimento non si può sapere nulla, lavora nel mistero e nel riserbo più assoluto? Parlando di Grillo, ci riferiamo a una persona che ha goduto di tre condoni tombali e di due condoni edilizi: dovremmo fidarci?

A pensarci, ci vengono mostrate solo cose che sapevamo già: a Montecitorio ci sono arredi di lusso; il M5S non si vuole alleare con il PD. Capirai! Ma, quando si tratta di prendere davvero delle decisioni, i telefonini si bloccano.  Lo streaming è totalmente fine a se stesso: è una figura retorica per signori di mezza età che hanno posato il telecomando e vogliono vedere una tv peggiore, come dice giustamente Gianluca Nicoletti. Soltanto un pecorone ha potuto credere che tutto sarebbe stato trasparente, soprattutto viste le premesse. Ma Grillo sapeva di avere un seguito composto in buona parte di creduloni, e ne ha approfittato: quando si parla di lui, la trasparenza si inceppa.
Cosa succederà dopo questo articolo? Quello che succede dopo ogni testo che mette in dubbio l'assoluta statura morale, la santità di Beppe Grillo: se va bene, passerà inosservato; se va male, finirò sotto un fuoco di fila di frasi stereotipate. Quindi, per favore, se volete scrivermi:
- Ma Grillo non ti ha insegnato nulla?
- E allora chi voti?
- Sì, ma gli altri?
- Eh, adesso se c'è la crisi è colpa di Grillo

Grazie, ma questi concetti mi sono già chiari.

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