sabato 16 febbraio 2013

I non-grillini inondano Torino

Oggi migliaia di persone hanno seguito Beppe Grillo in piazza Castello, a Torino, in uno "Tsunami-tour" sempre più oceanico. Quindi i non-grillini (cioè quelli che seguono Grillo come se fosse il Messia, ma non si può chiamali grillini perché il Messia s'infuria) sostengono che il popolo è dalla loro parte, che il loro non-capo (cioè il loro capo e padrone) è nel giusto perché forte di tanto sostegno.
Sono almeno novant'anni che diversi convincono le folle di essere nel giusto per quanto riempiono le piazze. E da allora è successo in molte epoche e in molte parti del mondo. La storia insegna che il Nuovo Felino mangia tutti i Vecchi Topi, la gente in delirio la osanna come simbolo di forza, purezza, salvezza per la Patria. Ma poi il capo, da Gatto Possente, diventa Tigre Feroce; e allora chi la ferma? Il Partito è suo, come l'esercito, la magistratura e il governo. Molti non se ne accorgono nemmeno, perché i treni arrivano in orario, e l'adsl in casa ce l'hanno. Altri  stanno nell'ombra, per poi fingere di non esserci mai stati. Altri, infine, scappano o tacciono per paura. Troppi si ribellano, all'inizio, ma poi smettono - in un modo o nell'altro, non sempre per volontà propria.
Per fortuna, il qualunquismo del non capo del non partito dei non grillini assomiglia più alla farsa dell'Uomo Qualunque che al fascismo. Se ci salveremo da Grillo, sarà perché fa più ridere che paura.

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