domenica 10 marzo 2013

Fassina for president

Spesso basta davvero poco: Wikipedia è l'impero della preparazione dozzinale, ma è meglio di cento discorsi in televisione. Chi si è preso la briga di leggerne la biografia, probabilmente sapeva già che Stefano Fassina è il responsabile economico del Partito Democratico. Forse però non sapeva - come non lo sapevo io - che è economista di fama mondiale, ha lavorato per cinque anni presso il Fondo Monetario Internazionale, e ha numerose pubblicazioni economiche. Un semplice giro su Wikipedia, dunque, basta a far capire quella sensazione che si aveva da tempo: quando apre bocca, tendenzialmente Fassina lo fa a proposito. Non è sottinteso. Combattivo, comunicativo il giusto, preparato: cosa dovrebbe essere un buon presidente, se non questo?



Il passo successivo è chiedersi perché tanti, nel Partito Democratico, non lo sopportino, sostenendo tra l'altro che ha un effetto negativo sulla raccolta dei voti. Come può fare questo effetto una persona che ha raccolto più preferenze di tutti alle primarie?

Statisticamente si scopre che i critici sono seguaci dell'Unto del Signore, Matteo Renzi, un Re delle Preferenze che all'atto pratico ha ancora dimostrato ben poco: ha vinto molte elezioni, grazie anche a un carisma indubbio, ma molte sue posizioni sono almeno discutibili in un partito che ha ancora il vezzo di definirsi di sinistra. A che prezzo si deve vincere? Va bene morire democristiani, ma bisogna davvero morire di destra?

Perdonate se mi espongo troppo; fino a nuove disposizioni, il mio candidato presidente a qualsiasi prossima elezione sarà Stefano Fassina.

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