lunedì 11 marzo 2013

La matematica grillina

Che la matematica sia un'opinione l'ho sempre pensato. Fin dalle superiori, quando mi toccava studiarla, mi chiedevo "perché?" e non "cosa?". Ma dalle parti di Grillo si esagera anche per i miei gusti.

«Uno vale uno», si dice, ma la realtà è che uno vale molti e molti valgono zero. Tanto per cominciare, la frase «Tutti a casa» non ha senso. Dire che hanno lavorato tutti male, che sono tutti disonesti è una stronzata, e soprattutto fa pensare che uno (il disonesto) vale molti (i tutti che devono andare a casa). Ma insomma, ovviamente questa è una figura retorica da campagna elettorale, sarebbe abbastanza innocua se la gente l'avesse capita. Il grillino medio, ovviamente, non ne è in grado.


Ma se Uno vale uno, la minaccia di ieri dovrebbe cadere serenamente, pacatamente nel vuoto. Uno vale uno, se a te non piace la linea che eventualmente il non-partito prenderà, tanti saluti. Dietro il «pacatamente» della minaccia, invece, c'è un ricatto bello e buono: «Chi pensate di essere? Il Movimento 5 Stelle sono io». Se Biolè, Favia, Salsi pensano di essere più di uno, come dice V per Vittorio Bertola, è giusto che se ne vadano. Se invece Grillo, o Casaleggio, vogliono decidere per tutti, allora ognuno di quelli che valgono zero si mettono a novanta. Convinti e contenti!

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