sabato 30 marzo 2013

Grazie al Grillo

Chi rimane grillino dopo le squadre di saggi create da Napolitano è colpevole almeno quanto me che ho votato la kasta. Come ho detto già il 26 febbraio, l'occasione creata dalle ultime elezioni era ghiotta, a patto che tutti avessero a cuore gli obbiettivi che dicevano di perseguire, e non ne perseguissero altri, più occulti.

Mi spiego meglio: il Partito Democratico doveva dimostrare di essere davvero disposto a un cambiamento - spontaneo o spintaneo che fosse; il Movimento 5 Stelle doveva far vedere che voleva imporre costringere la casta ad abbandonare le vecchie logiche, e non continuare a ripetere i suoi ritornelli come un disco rotto. Dopo un mese abbondante, credo di poter dire che il PD(menoelle, certo...) ha provato a mantenere quel proposito, ma ha trovato la strada sbarrata da un Beppe Grillo isterico, in debito di ossigeno fin dal primo giorno e interessato più a incrementare i consensi tra gli hubbardiani che a realizzare quello che diceva.
Così ci ritroviamo con Luciano Violante, Gaetano Quagliariello, Giovanni Pitruzzella e Giancarlo Giorgetti. Non copio qui le loro schede, ma vi prego: cliccate sui link di ognuno, e vedete che meraviglia. Sono tutti nomi graditi a Berlusconi, il che è una colpa in sé. Napolitano non è esente da colpe, anzi; ma non poteva fare molto altro: si sa che quindici giorni in politica sono un'eternità, ma votare lunedì il nuovo Presidente della Repubblica sarebbe stato del tutto distruttivo per i prossimi anni. Così ha creato una condizione di concordia tra i più disposti alle - chiamiamole così - grandi coalizioni.

Di chi è la colpa? Sicuramente di Berlusconi, ma tanto è colpa sua sempre, per qualsiasi cosa. Non del Partito Democratico, che questa volta ci ha provato a mettere su qualcosa di sensato - ci ha provato anche troppo. Chi aveva delle carte da giocare, e ha scelto di non calarle sul tavolo per non sporcarsi le mani, per poter continuare a dire che sono tutti uguali, è proprio il Movimento 5 Stelle.

Cosa è successo, a ben vedere? Si è realizzata la situazione ideale per Grillo: l'inciucio. Per oltre un mese, il blogger, comico, pregiudicato ha denunciato la prospettiva dell'ennesimo inciucio, e ha scientemente creato una situazione in cui questa fosse l'unica via d'uscita. Pensa così di poter continuare a guadagnare voti, ma gli ultimi sondaggi mostrano un quadro ben diverso. Non provi, Grillo, a gridare all'inciucio come si grida al lupo. L'inciucio l'ha voluto, l'ha perseguito, con determinazione e spietatezza. E ora ne è il principale responsabile, insieme alla sua bandaccia di squadristi.

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