venerdì 29 marzo 2013

L'occasione sprecata. E ora...

Ogni minuto che passa può cambiare tutte le carte in tavola e, di conseguenza, le letture della realtà. Ma per ora questo inizio di legislatura mostra un rigore sbagliato, e per di più a porta vuota.

Pensiamo a quello che succede in Parlamento: al Senato l'elezione di Grasso con i voti determinanti di un gruppo del Movimento 5 Stelle, alla Camera dei Deputati una presidente che taglia costi a tutto spiano. Possono essere specchietti per le allodole, può essere un cavalcare il sentimento comune, ma è un sentimento che c'era anche due mesi fa, e non ha mai avuto riscontri nei Palazzi del potere. Ora questo modo di vedere, di raccontare la realtà è entrato: e "la casta" è stata costretta a tenerne conto.

Pier Luigi Bersani ha moltissimi difetti, ma rimane il nome più vicino ai grillini di cui si abbia notizia fino a oggi. A meno che la soluzione non sia allearsi con un altro nome nuovo come Renzi. Se la questione è guardare alla concretezza delle cose, al momento la soluzione più diretta pare restare l'ipotesi A, e cioè un governo Bersani - tenuto per gli attributi dai grillini, pronti a stringere il pugno. 

Perché non replicare il modello che ha avuto ottimi risultati in Parlamento, quando si è trattato di scegliere il capo del governo? Le spiegazioni che vengono in mente a un lettore ingenuo della realtà sono pochissime. Beppe Grillo potrebbe minacciare i suoi: «Fate attenzione, perché i vostri voti sono miei. Niente vitalizi, basta privilegi e tutto quanto, ma avete già visto che a Roma si sta meglio che a fare i bidelli. Quindi obbedite, oppure tra sei mesi metto altri al vostro posto».
Oppure potrebbe esistere una soluzione B, in cui i grillini salvano la faccia davanti ai "duri e puri" - anche conosciuti come grillini hubbardiani - e però riescono a rendersi utili al Paese, proponendo o sostenendo una figura esterna ai partiti, in grado però di costruire qualche cosa di buono: sanno benissimo - l'hanno visto con i propri occhi, in queste prime settimane da parlamentari - che i proclami servono a vincere le elezioni, ma poi per governare servono competenze, esperienze. E molte persone che hanno votato Grillo non l'hanno certo fatto per masturbarsi pensando a quanto sono oneste.

Insomma, uno scatto d'orgoglio dei parlamentari grillini contro lo strapotere del loro capo politico è davvero improbabile, e in più il Movimento è stretto tra i due fuochi - i fondamentalisti e i collaborazionisti. L'unica strada percorribile, che eviti la morte di Sansone insieme a tutti i Filistei, pare quindi il sostegno a una figura indipendente di elevato spessore tecnico e di vero o presunto spessore morale; Grillo lo terrebbe in piedi con il solito approccio aggressivo, per poi poter continuare a dire «È tutta colpa vostra», ma almeno non impedirebbe questa soluzione. E forse alle prossime elezioni prenderebbe il 99% dei voti a cui aspira.

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