domenica 14 aprile 2013

O con Te, o morte

Chiunque può vedere chi vuole in quel Te: Silvio Berlusconi, Beppe Grillo, Fabrizio Barca, Matteo Renzi, fino a qualche tempo fa Antonio Di Pietro, Antonio Ingroia, prima ancora Mariotto Segni e Benito Mussolini, e potremmo andare avanti fino all'alba dei tempi. La sostanza è che, ciclicamente, in Italia la gente si aggrappa a un sogno: il Salvatore. È più forte di noi: abbiamo così tanti problemi, e così poca voglia di lavorare per risolverli, che ci piace pensare a un Messia, a uno che da solo possa salvarci tutti con lo schiocco delle dita.

Analizziamo i casi passati:

  • Berlusconi: scherno da parte di tutto il mondo, conversione all'euro non regolata, decenni di leggi ad personam, decenni di mal governo.
  • Di Pietro: una carriera all'attacco con zero risultati, fino a quando la Gabanelli l'ha sfasciato.
  • Mussolini: ...
  • Segni: chi?!?!?!?!?!?

L'Uomo Nuovo si presenta con toni millenaristi e porta rovina, quasi sempre. Se non lo fa, è perché la Storia non si ricorda di lui - è il caso del povero Segni. Non ci vogliamo proprio abituare all'idea che, per ottenere dei risultati, tocca lavorare. Provo a fare della sociologia da due soldi, tutto potrebbe derivare dall'impianto cattolico della nostra società - nei Paesi calvinisti che la situazione mi pare diversa. In ogni caso, anche se fallissi l'analisi delle cause, mi sento molto sicuro su quella degli effetti: il Salvatore, in politica, porta rovina e morte... oppure noia.

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