domenica 21 aprile 2013

ESCLUSIVA - Intervista a un elettore bersaniano*

«Ieri pomeriggio non ci volevo credere. Per un attimo, ho addirittura pensato che avesse ragione Grillo, che i politici fossero tutti uguali». L'elettore bersaniano preferisce rimanere anonimo. «Sa, non è facile farsi riconoscere in giro. Ho sostenuto Vendola e Bersani come parte di un progetto unico, di largo respiro. Ora in tanti mi rinfacciano di averli convinti a sostenere questo scempio».

Ieri Vendola e Bersani hanno preso due strade diverse.
Mi pare che Vendola sia rimasto dov'era. Aveva detto una serie di cose, tra cui rinnovamento e mai con Berlusconi. E l'ha fatto. Ho sempre mantenuto un certo distacco da lui, perché non amo i profeti del cambiamento, sono convinto che nascondano sempre grosse magagne, come minimo grosse finzioni. Ma in questi mesi è stato coerente, mi pare. Invece Bersani ha tradito.

L'accusa di tradimento è pesante, oltretutto in politica vale un po' tutto, da sempre...
Senta: di Bersani mi piaceva la concretezza, la linearità, le immagini contadine e industriali. Non mi aspettavo di essere davanti a un verginello, ma non credevo che avrei visto così tante giravolte, tanta inettitudine. Parlare di golpe è una sciocchezza, infatti arriva da un buffone come Grillo. Comunque, siamo a un passo dalla truffa.

In che senso?
Io ho dato due euro al Partito Democratico di Bersani per fare le primarie. Ho alzato il culo perché pensavo fosse giusto, perché il suo progetto mi piaceva. Ho convinto gente, ci ho messo la faccia, e poi lui ha fatto il contrario di quello che aveva detto.

Ma in politica, ripeto, succede. Non sempre le condizioni permettono di fare come si vorrebbe.
È sicuramente vero, ma se un architetto le chiede dei soldi per un progetto, poi lei pretenderà che la sua casa assomigli a quel progetto, no? Se, scavando, gli operai troveranno qualcosa di inaspettato, lei accetterà senza batter ciglio un bilocale in riva al fiume invece della villa in collina? Non avrei avuto da ridire se il risultato finale fosse stato simile al progetto iniziale. Ma non lo è, e non è nemmeno il più simile tra quelli possibili.

Cos'avrebbe dovuto fare Bersani?
Intanto spiegare perché no Rodotà. Non sono sceso in piazza a urlare «Ro-do-tà!», perché certe cose si fanno per i dittatori sudamericani, non per un grigio professore calabrese. Ma votare Rodotà avrebbe significato un metodo, un'apertura a una persona percepita come nuova.

Ecco... molti fanno questa critica ai neodelusi: Rodotà non è mica un santo.
Non lo credo, per chi mi ha preso? Ma il ruolo del Presidente della Repubblica non è operativo, è "teatrale": deve rappresentare un'idea di unità, un'immagine del Paese davanti ai cittadini e al mondo. Si erano create due strade: quella che rappresentava la conservazione dell'esistente, una sorta di Presidente Mammì, e una che rappresentava la novità. Bene, sono state create le condizioni per mandare in scena l'immobilità 

Tutta colpa di Bersani? Non le pare di esagerare?
No, ci mancherebbe altro. Ci sono altre figure che, quanto a malafede, sono peggiori di lui. Ma lui aveva creato l'impressione di poterle gestire. Diceva che sulla democrazia non si scherza. E poi arriva davanti ai suoi e dice «Allora, ho visto di nascosto Berlusconi, si vota Marini e non rompete i coglioni». È insensato, capisce? Ha umiliato i suoi e ha umiliato anche me. Di lì è partito il disastro, coronato con la rielezione del povero Napolitano

In molti danno la colpa a voi sostenitori di Bersani: sapevate chi era, in sintesi, potevate votare Renzi.
Ecco, io a questo gioco non ci sto. Per me, ancora oggi Renzi è peggio di Bersani. Primo, perché non mi fido mai dei Messia. Mai. Secondo, perché dopo tanto rottamare, innovare, ha definito quella di ieri una buona soluzione. Cioè, l'innovatore plaude alla conservazione. Non sono un mago delle previsioni, ma prevedo un bel posto di Presidente della Camera, magari non domani... ma dopodomani. E allora di cosa stiamo parlando? Dico da sempre che Bersani è meglio come uomo di governo che come segretario, ma le alternative erano quelle. Tornando indietro, forse andrei più direttamente su Sel; ma, tra i contendenti alle primarie, rivoterei Bersani.

E allora, chi è causa del suo mal...
Vede, è proprio questo che mi sconforta. La consapevolezza che non ci fosse di meglio, che il grigiore burocratico e impaludato era l'alternativa migliore.

E ora? Grillo?
Nemmeno se mi dà quei famosi mille euro al mese di reddito minimo garantito! Prima di tutto, alla situazione attuale siamo arrivati anche per mesi di calci nelle palle da parte di Grillo al PD. E poi scusi, ma perché bisogna sempre affidarsi all'Uomo Nuovo? Non esistono uomini nuovi, ma ci sono tanti - ne conosce anche lei, su - che si impegnano e fanno politica con onestà e passione. Penso a loro. E non voglio sentire un nome: ad accodarmi a Renzi, Barca, Vendola, Wonder Woman non ci sto, come disse il Maestro. E, sempre per riprendere Scalfaro, non accetto nemmeno il gioco al massacro. I responsabili hanno dei nomi e dei cognomi, si chiamano Bersani, D'Alema, Fioroni, ecc. Si chiamano Vuoi quei kiwi. Non sono "i politici", sono alcune persone ben identificabili nonostante il voto segreto. Le potrei fare almeno dieci nomi di politici a cui darei le chiavi di casa e nelle cui idee e pratiche mi riconosco. Riparto da loro, come comunità accettabilmente omogenea, non da Uomini Nuovi.

* Si tratta di me

9 commenti:

  1. Posso sapere cosa avrebbe dovuto fare Bersani secondo te?

    Di chi sarebbe stato il candidato CdR di M5S, a Grillo non importava assolutamente nulla: se gli fosse importato, non lo avrebbe certo lasciato scegliere agli altri.
    Primo, secondo o terzo della lista ....... non aveva nessuna importanza.
    Anzi, più il nome fosse risultato improbabile, meglio sarebbe stato per lo scopo.

    E lo scopo era proprio spaccare il PD. E' riuscito, magicamente, a far risultare un quasi 90 enne ateo un simbolo di rinnovamento e di coesione nazionale, e sarebbe riuscito, altrettanto bene, a far apparire un mediocre impiegato statale (Rai) imprecisa (vedi caso Di Pietro) e noiosetta come la Gabanelli un'eroina Italiana.

    Ma il capolavoro teatrale lo ha raggiunto nella dichiarazione di disponibilità al governo, fatta:
    -- in ritardo: la rosa di nomi era già stata fatta a Berlusconi (e forse B. aveva già scelto)
    -- Senza neanche aver prima controllato la disponibilità dalla candidata.
    -- Sulla porta del cesso di un camper.

    Se Grillo avesse voluto il PdR in cambio della disponibilità a votare la fiducia ad un governo, avrebbe dovuto dirlo due mesi fà.
    Bersani ha fatto esattamente quello che avrei fatto io al suo posto:
    -- Ha mantenuto fede alla sua parola con Berlusconi
    -- Una volta fallita l'elezione di Marini, ha subito cambiato candidato, scegliendo Prodi.

    E quì è successo il disastro: 101 franchi tiratori.
    A questo punto io non avrei saputo più cosa fare.
    Tu avresti votato Rodotà?
    Ed il giorno dopo? Un bel pompino a Grillo no?
    Cortesemente, illuminami.

    Stefano Crotti.

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    1. Il punto non sta nei pompini: ora facciamo un bel pompino a D'Alema e Berlusconi, e personalmente non sono più contento che a farne uno a Grillo. Il punto è che la dirigenza non solo non è stata in grado di gestire la situazione, ma ha dimostrato di non esistere. Ha scelto di rimanere ferma, ha minacciato i "novellini" come racconta Civati e ha deciso di rendere evidente che non conosce altra strada che l'eterna ripetizione dell'esistente. Potevano dirlo prima.

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    2. Scusa, non mi ricordavo dove avevo postato il commento e l'ho ripostato di nuovo da un'altra parte.
      Ignoralo.

      No, la dirigenza non è stata in grado di gestire la situazione.
      Ma è più il merito della perfidia ed astuzia di Grillo, che il demerito di una dirigenza più onesta ed ingenua che corrotta (non stò scherzando).
      Ovviamente, un centinaio di corrottti c'erano ..... ci mancherebbe.
      Ma l'astuzia di Grillo sarebbe stata degna di miglior causa.
      E' veramente una serpe pericolosissima.

      Io abito in Lombardia, ho il conto in MPS e prima di votare PD (Bersani) votavo Di Pietro. Grillo è riuscito:
      -- A distruggere Di Pietro ed Ingroia (Razzi e scilipoti son ancora là)
      -- A far eleggere Maroni governatore della mia regione ..... MARONI Capisci?
      -- Rischia di spingere al completo disastro MPS, che in realtà, nonostante il disastroso affare antonveneta, sarebbe stata meglio di tante altre banche ... se non fosse per il continuo deflusso di clienti.
      -- Ha distrrutto politicamente Bersani, che io ritengo uno dei più onesti fra i "vecchi" politici sulla piazza.

      In compenso, ha aiutato in tutti i modi Berlusconi. Quanto a Dalema ...... se molta gente gli dà retta, un motivo forse c'è. A me non è simpatico, ma non si può negare che, dal 1997 al 2000, il suo governo, assieme a quello di Dini e Prodi, sia riuscito a far passare il rapporto debito_pubblico/Pil dal 120.9% al 109.2% .
      Magari ci riuscissero ora, quelli come Civati.
      Ragazzo simpatico, davvero, ma un pò ingenuo. Grillo non avrebbe MAI fatto un governo col PD.
      E' un incarognito furioso e basta.

      Stefano C.

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    3. L'onestà di Bersani non è in dubbio, anzi. E, se navighi un po' il blog, puoi vedere che non incolpo Grillo solo della malaria. Lo considero un pazzo eversivo al solo scopo di vendere DVD, che è un fine anche più malvagio che la brama di potere.

      Ciò detto, sono davvero rimasto deluso dalla gestione demenziale della questione, ma credo di aver colto oggi uno dei punti della questione: è che confondiamo il lavoro di segretario di partito con quello di candidato presidente del consiglio. Quando siamo andati alle primarie, abbiamo votato un ottimo uomo di governo, ma un pessimo segretario.

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    4. Maybe.
      Nessuno però mi ha ancora spiegato cosa avrebbe dovuto fare per essere un buon segretario.

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    5. Lui, in realtà, poteva fare ben poco. Purtroppo la scelta era tra uno che non è di sinistra, e uno che non parla ai mass media (che è veramente uno dei lavori principali del segretario). Bersani è così, non te ne puoi lamentare dopo. Questo post è frutto di scoramento, l'obbiettivo è Bersani come segretario, ma anche tutta l'area dalemiana e popolare, oltre a quella renziana. Spero che il partito, domani mattina, non esisterà più - almeno per come lo conosciamo. Mi riconoscevo più nell'alleanza tra Margherita e DS che in un partito fuso a freddo e sbagliato dall'inizio.

      Rimane il fatto che dovrebbero insegnarlo a scuola per evitare delusioni adulte: se sei di sinistra, in Italia, perdi. Sempre. Se te lo insegnano, poi lo sai fin da subito... e puoi decidere se ti sta bene.

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    6. Che sciocchino che sei.
      Che importanza ha che vinca la destra o la sisnistra?
      E' per ragionamenti come questi che l'Italia và male.
      Ognuno vuole che vica la "mano" che piace a lui.

      DEVE VINCERE IL BUONSENSO.

      Berlusconi (non la destra) ha offeso ed offende giornalmente il mio buon senso. Fino al delirio.
      I leghisti offendono il mio buon senso. Fino alla nausea.
      Grillo, come politico, ha offeso il mio buon senso. E anche tanto.

      Bersani no.
      Non ha detto o fatto niente di assurdo o manifestamente ipocrita.
      Accontentiamoci.

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    7. Non so, sul buon senso hai ragione, ma sul fatto che non esistano destra e sinistra... non credo. Sono due modi diversi di vedere le cose. Ti consiglio, se hai voglia, di leggere questo interessantissimo articolo.
      http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=12038

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  2. 1. “la destra presenta il proprio racconto del mondo come giusto in quanto «neutro», rappresentativo di una totalità indifferenziata …. al di sopra degli interessi e delle fazioni “ mentre “La sinistra dice «non esiste un punto di vista neutro, oggettivo, equidistante, disinteressato, universale …… » ”
    Oibò, tutti gli ingegneri (me, per esempio) ed i matematici sono di destra?
    NoNo. Forse lo scrivente intendeva dire:
    “Mentre la destra può riferirsi (nello sviluppare le sue teorie) a modelli naturali ed esistenti (pesce grosso mangia pesce piccolo, legge della giungla, ecc.) e pertanto OGGETTIVI, la sinistra (nel sostenere
    Le proprie) deve rifarsi a modelli utopici (legalità, fraternità, uguaglianza) giustificabili solo con l’estrapolazione, che ha una valenza più soggettiva”.

    2. “il conflitto sociale … “ “…. per la sinistra è parte ineludibile del funzionamento della società, per la destra ne è una perturbazione, una stortura”
    Hanno ragione tute e due.
     E’ ineludibile, perché la società umana è irrimediabilmente imperfetta (talvolta più, talvolta meno ma sempre almeno parzialmente imperfetta).
     E’ una stortura, perché rende evidenza di un’imperfezione. In alcuni casi, quando la società è molto imperfetta, il conflitto sociale può addirittura provocare il crollo di un sistema. Se non è una stortura questa …
    “Conflitto sociale” ed “imperfezioni della società” sono come l’uovo e la gallina; nessuno può dimostrare chi sia nato prima.

    Ma mi sembrano concetti vecchi e superati dal concetto moderno di stato sociale gestito da regole democratiche e condivise.
    Ora, si tratterebbe di realizzare questo concetto.

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