sabato 4 maggio 2013

La Convenzione eversiva

È più forte di lui: Berlusconi è eversivo dentro, lo è in buona fede, probabilmente non se ne rende nemmeno conto. La storia della Convenzione con cui cambiare la Costituzione è paradossale: si vuole cambiare la Costituzione in modo che gli elettori possano scegliere direttamente il Presidente della Repubblica; il modo migliore che viene in mente è una Commissione nominata da non si sa chi. Ecco come ha reagito Stefano Fassina, che pure fa parte del governo.
 
Il fatto che il bicameralismo perfetto - la Camera dei Deputati e il Senato hanno identici poteri - sia una questione da superare mette d'accordo praticamente tutti: aveva un senso nel 1946, quando si usciva da 20 anni di dittatura; oggi ne ha molto meno, rallenta i lavori, spesso li impedisce. Ma gli ultimi tempi hanno dimostrato che il Parlamento è in grado di riformare la Costituzione, come ricordava Stefano Ro-do-tà ieri sera a Otto e mezzo su La7. Si può pensare che lo si sia fatto bene oppure male, ma è successo nove volte in quindici anni, quindi è possibile rifarlo in aula.

La Convenzione nominata dal Parlamento avrebbe effetti devastanti: istituirebbe un organo non ben inquadrato che, di fatto, avrebbe più poteri della Camera dei Deputati e del Senato; darebbe fiato ai latrati di chi non vede l'ora di dire che è tutto un inciucio; istituirebbe il presidenzialismo, probabilmente senza riequilibrare i poteri dello Stato, in modo che il Presidente della Repubblica eletto dal popolo avrebbe troppo potere in mano; infine, porterebbe a un'elezione che sarebbe né più, né meno che un plebiscito sul nome di Berlusconi. Non ha senso.
Come dite? Ah, ecco. È esattamente quello che vuole Berlusconi, quindi si deve fare. Come tutto ciò che è successo finora. A volte sono ingenuo.

Nessun commento:

Posta un commento